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Il palazzo comunale

Il Palazzo del Municipio, costruito su rovine di strutture romane, ha dapprima costituito la dimora dei Nobili Signori di Giano, poi è stato adibito a Palazzo della Comunità quando il castello si è eretto a libero comune rurale (nel 1250 circa). Secondo l'antica ripartizione, nel seminterrato dell'edificio vi erano i locali destinati a Monte Frumentario, a Depositaria dei pegni e a carcere. Al piano superiore stavano la dimora del Podestà e i pubblici uffici. Durante la Repubblica francese (1809-1814) la sede comunale fu trasferita nei locali del soppresso Convento di San Francesco. Nel 1816 il Palazzo fu innalzato a sede del nuovo Comune, con giurisdizione sui territori dei soppressi antichi Comuni di Montecchio, Castagnola e della Morcicchia-Moriano.

Nel 1927, aggregato il Comune a quello di Spoleto, il pubblico Palazzo fu declassato a sede della Delegazione podestarile, fino al 1930, quando Giano dell'Umbria riconquistò l'Autonomia Comunale. L'edificio ha subito nel corso dei secoli pesanti rimaneggiamenti e restauri. Gli ultimi interventi che hanno dato al Palazzo la fisionomia attuale sono stati realizzati negli anni 1932-34 (Facciata con merlatura alla ghibellina e decorazione della sala consigliare) e nel 1962 (costruzione della torre civica). Chiuso dopo il terremoto del 1997, il Palazzo del Municipio è stato riconsegnato alla comunità nel 2006, dopo un complesso restauro.

All'interno del Palazzo pubblico sono conservati alcuni importanti reperti archeologici: un Cippo in travertino, con iscrizione, e un dolio in terracotta, risalenti al secolo I°- II° D.C.;
Entrambi i reperti sono stati rinvenuti, nel 1925, in loc. Toccioli, non distante dall'antico tracciato della Flaminia vetus che da Bastardo sale verso Montecchio, nel sito dove - dal 2003 - è in fase di scavo una antica villa romana di epoca imperiale (www.villadirufione.eu).

Nella Sala Consigliare, affrescata dal pittore Ernesto Bannella nel 1934, è visibile altresì una grande immagine del Cardinale Vicario Basilio Pompilj (1858 -1931), gianese di origine, fatta realizzare dalla popolazione locale, a ricordo della meritoria opera a favore del territorio di Giano, tra cui la riconquista della autonomia e giurisdizione comunale, avvenuta nel 1930, dopo tre anni di accorpamento al Comune di Spoleto.